SISMEL Edizioni del Galluzzo
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Iacopo da Varazze

Sermones de santcis. Volumen breve. Volumen diffusum. De sancto Petro Martyre, De translatione beati Dominici, de sancto Dominico, de sancto Francisco

Edizione critica a cura di Giovanni Paolo Maggioni

Ril. pp. XVIII-409, € 76,00

Collana
Sottocollana
Testi, 38
anno
2025
ISBN
978-88-9290-401-9
Disponibilità
disponibile
Note: Secondo volume della nuova sezione «Fonti domenicane»
 
 

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I Sermones de sanctis di Iacopo da Varazze sono stati composti in un periodo cruciale per la storia degli ordini mendicanti, gli anni immediatamente successivi a quella sorta di normalizzazione dell’ordine domenicano e francescano ad opera di Umberto da Romans e di Bonaventura da Bagnoregio. In tempi travagliati per gli ordini mendicanti vengono allora rilette le esperienze fondanti di Domenico e Francesco e le vicende che avevano portato alla nascita dei due ordini, mentre nel contempo vengono riscritte le leggende agiografiche dei due santi. Facendo seguito a questa rivisitazione, nelle sue raccolte di sermoni De sanctis Iacopo propone nella prospettiva particolare della predicazione i santi dei Predicatori e dei Frati Minori (Domenico, Pietro martire, Francesco) già inclusi nella Legenda aurea. Indirizzati ai predicatori in genere (nella raccolta volumen breve) e ai confratelli domenicani in particolare (nel volumen diffusum), l’autore affronta così temi fondamentali per la storia religiosa di quegli anni come, ad esempio, l’Immacolata Concezione e le stimmate di san Francesco. Eticamente Iacopo ricalca le posizioni di Umberto, maestro dell’ordine domenicano, e di Bonaventura, ministro dell’ordine francescano, soprattutto per la condotta morale che deve contraddistinguere i frati, richiamati alla sobrietà di vita e all’umiltà dei fondatori. Dottrinalmente invece si riconosce in questi sermoni una posizione originale del predicatore domenicano, con il deciso sostegno alla veridicità delle stimmate, basato anche sulla tradizione pseudo aristotelica, e con l’affermazione della santificazione della Vergine Maria in utero, contrapposta a chi sosteneva l’Immacolata Concezione. In questi sermoni, che utilizzano come di consueto la vita quotidiana come repertorio di immagini, Domenico e Francesco vengono presentati come deificati e deiformi (così Iacopo), uomini provvidenziali voluti da Dio per preannunciare l’imminente giudizio finale come il servo evangelico mandato in ultimo a chiamare gli invitati, simili agli angeli dell’Apocalisse. Domenico è anche lo specchio in cui l’ordine dei Predicatori può guardare per distinguere le proprie pecche. Francesco è visto come nuovo Adamo, l’uomo edenico prima del peccato, a cui tutte le creature obbediscono in virtù della sua obbedienza a Dio.
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